Informativa Privacy

Le paure dei bambini: come affrontarle

le-paure-dei-bambini-come-affrontarle

La paura è un’emozione e come tale va trattata, non deve quindi avere una connotazione assolutamente negativa. La paura è un’ esperienza naturale dell’uomo; nelle specie animali svolge primariamente una funzione di allarme, di difesa e garantisce la sopravvivenza, costituisce una preparazione psicologica ed intellettuale necessaria ad affrontare una situazione pericolosa: esorta alla prudenza, aiuta a valutare un rischio. Diventa un problema solo quando assume dimensioni che impediscono una vita normale, quando diviene un ostacolo alla maturazione del bambino e mette a rischio lo svolgimento dei compiti quotidiani; in questo caso la paura ha perso il suo valore protettivo.

La paura, come altre emozioni primarie (gioia, tristezza, collera, disgusto, sorpresa) è iscritta nel nostro patrimonio genetico; da un punto di vista evoluzionistico è stata ed è dunque un’emozione fondamentale. La paura fornisce la motivazione necessaria alla mobilitazione delle energie. Una persona senza paura non potrebbe sopravvivere a lungo: attraverserebbe la strada con il rosso, si penzolerebbe dalle finestre, ecc…

Nei primi anni di vita il bambino sperimenta le prime forme di paura condizionate dalla crescita e che lo accompagneranno nel corso della sua evoluzione. Tali paure, anche se superate, potranno, infatti, ripresentarsi nel corso della crescita ed in occaasioni di eventi o esperienze quali potranno essere nascite, lutti, cambiamenti di casa, di scuola ecc… In questa prima fase di vita, gli esseri umani reagiscono impulsivamente agli stimoli che li minacciano. Per esempio, un rumore forte ma inoffensivo allarma e fa sobbalzare. Crescendo i bambini sviluppano il sistema di controllo mentale e, a meno di essere colti del tutto di sorpresa, reagiscono alle minacce in modo più maturo. C’è però un cammino da compiere durante il quale alcune paure vengono domate mentre nè emergono di nuove. Alla nascita le reazioni sono globali, non specifiche,  in assenza di reazioni selettive. Nelle prime settimane di vita non si è consapevoli dell’ambiente in cui si vive e non ci si considera separati da esso. Nella percezione globale che ha di sè e del mondo che lo circonda, il neonato fonde il proprio corpo con quello della madre. Quando le sue necessità vengono soddisfatte si sente sicuro e onnipotente. Se nessuno interviene a rassicurarlo resta preda delle sue emozioni. Quando in seguito inizia a differenziarsi dalla madre, incomincia a rendersi conto della propria vulnerabilità. Il progressivo sviluppo delle capacità motorie e dell’intelligenza gli consente di fronteggiare alcune minacce e di coglierne di nuove. Ciò spiega perchè nel corso dell’infanzia le paure cambino e ci sia un’evoluzione durante tutto l’arco di vita.

Le paure dei bambini possono essere divise in tre categorie:

  1. Le paure innate, presenti alla nascita;
  2. Le paure legate alla crescita che appaiono a diverse età;
  3. Le paure apprese in seguito ad eventi traumatici o indotte dall’ambiente di vita.

I bambini nei primi mesi di vita si caratterizzano proprio per le paure innate: rumori improvvisi, flash luminosi, movimeti  rapidi, perdita dell’appoggio. Si tratta di timori che rientrano nella più vasta categoria delle paure dell’ignoto, dell’imprevisto, del non familiare (timori che nella loro forma originaria sono utili alla sopravvivenza). Sono importanti in questa fase le attittudini dei genitori e le loro abitudini che possono mitigare queste paure. Prendiamo la paura di cadere all’indietro, per esempio; i neonati sussultano e piangono se si sentono senza appoggio, se però una madre affettuosa lascia per gioco, il suo piccolo senza sostegno per qualche frazione di secondo, questi non reagisce necessariamente con le lacrime e dopo un attimo di sconcerto si mette a sorridere. La stessa cosa vale per i rumori forti: un piccolino si allarma di meno se ode un rumore forte mentre è tra le braccia della mamma e lei gli sorride.

Alle paure innate fanno seguito le paure legate alla crescita. Già nel secondo semestre di vita (intorno agli otto mesi) compaiono la paura degli sconosciuti e l’angoscia di separazione. Fra i due e i tre anni il bambino sperimenta un senso di potere fornitogli dalle crescenti acquisizioni autonome, maggiore destrezza motoria ed espressiva. È il periodo del ”NO” , dell’opposizione come autoaffermazione. In questa fase di vita la paura più frequente e quella del buio. In questa fase la fantasia del bambino si popola di mostri aggressori, di streghe e personaggi fantastici. Questo succede perchè durante la notte, al buio, i piccoli si trovano senza quei punti di riferimento che hanno di giorno. Un’ ombra,  uno scricchiolio, dei passi, allarmano molto di più al buio che alla luce. A partire dal terzo anno di vita l’immaginazione incomincia a lavorare e si costruisce i suoi scenari e le sue interpretazioni.

Alcune paure hanno origine da esperienze traumatiche; genitori non possono impedire che certi eventi si verifichino, possono però cercare di rassicurare i bambini nei momenti difficili.

Durante la fanciullezza (6-12 anni) alcune paure degli anni precedenti possono essere padroneggiate perchè ora il bambino ha maggiori competenze, sa come reagire. Diminuisce il timore  di rumori forti e dei flash luminosi, del buio, dei mostri, delle streghe. Ma proprio perchè ora capisce di più, può cogliere altre minacce, come quella dei ladri e dei rapitori dei danni fisici, delle malattie, del sangue, delle iniezioni, della morte e del’abbandono, fanno inoltre la loro comparsa i timori legati al proprio stato sociale e alle interazioni con gli altri.

Molte delle paure tra 0 e 12 anni si spiegano dunque  con la condizione di instabilità che contraddistingue tutta l’età evolutiva.

Ma cosa fare quindi per sostenere i bambini?
Prima di tutto la paura va rispettata e non ridicolizzata, accettata nel suo aspetto emotivo e non razionalizzata. Le paure vanno accolte come un aspetto della crescita e non usate come arma per far crescere. La fiducia in sè va valorizzata affinché il bambino si senta capace di affrontare le sue paure. Non bisogna pretendere troppo rispetto alle reali capacità del bambino e conoscere dunque le diverse fasi della crescita può aiutare in tal senso.
Puoi guardare anche il video: le paure dei bambini come affrontarle

Lascia un commento