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Il benessere bio-psico-sociale nell’interazione tra l’individuo e l’ambiente

Il tema del benessere si configura come uno dei più attuali argomenti di discussione fra varie discipline. Quest’ultimo attiene allo studio sia della psicologia che di altre discipline, come la filosofia, la politica, l’economia, l’urbanistica e molte altre ancora.Già Epicuro nel IV sec. a.C. parlava della felicità nell’Epistola a Meneceo, scrivendo: «…bisogna […] esercitare ciò che procura la felicità, perché se abbiamo questa, abbiamo tutto, ma se manca, facciamo di tutto per averla…»

Per poter parlare di benessere occorre essere innanzitutto certi di comprendere di cosa ci si sta occupando: che cos’è, dunque, il benessere? La domanda è sintatticamente semplice, eppure ci si accorge che, entrando nei meandri dell’argomento, è difficile trovare una risposta esaustiva, ancor di più se ci si auspica di trovare una definizione omnicomprensiva del concetto di benessere.

La difficoltà di definizione del benessere riguarda il fatto che non si tratta di un’entità unitaria semplice e non riguarda un singolo costrutto specifico.

Il benessere (da ben – essere = “stare bene” o “esistere bene”) è uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano. La parola “benessere”, il cui senso nel passato coincideva essenzialmente con la salute fisica, oggi ha man mano assunto un significato sempre più ampio, arrivando a coinvolgere tutti gli aspetti dell’essere (fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale).

Spesso nel trattare questo argomento si ci è occupati principalmente della faccia opposta della medaglia ovvero del malessere e del fatto che il benessere non sia altro che l’assenza della condizione di malessere. È davvero così? Possiamo affermare che una persona che goda di un certo benessere è tale solo perché non presenta una condizione di malessere? La salute è assenza di malattia? L’OMS ormai da un trentennio, parlando di promozione della salute con la conferenza d’Alma Ata (1971) prima, e con la carta d’Ottawa (1986) poi, ha ribadito il concetto di salute e di benessere nella loro dimensione positiva.

La definizione di salute dell’OMS, «uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non solamente assenza di malattia o infermità», costituisce una svolta storica che permette il definitivo abbandono dell’interpretazione medicalista al benessere.

Si è passati così al concetto di benessere globale che coinvolge non solo aspetti psico-fisici, bensì anche aspetti mentali, sociali e spirituali , dove più che il dato “oggettivo” di salute o malattia, diventa fondamentale lo stato di percezione personale della propria vita, grazie al quale è possibile incrementare il benessere anche in soggetti affetti da patologie e quindi non in salute.

La crisi obiettiva del paradigma biomedico porta dunque alla nascita del modello bio-psico-sociale. Si tratta di un un nuovo approccio alla salute e all’individuo nella sua essenza dinamica in continua interazione con l’ambiente circostante. Nasce altresi sugli stessi principi, la Psicologia della Salute, una nuova branca della psicologia che deve occuparsi della promozione, della prevenzione e del mantenimento della salute tenendo conto delle dimensioni psicosociali.modello-medico-sociale

La psicologia della salute ha sfidato la divisione mente-corpo, riconoscendo alla mente un ruolo sia nella causa sia nel trattamento della malattia. Quindi sostiene che esista una continua interazione tra mente e corpo. La salute e la malattia vanno viste su un continuum, dove c’è un progressivo passaggio dalla salute alla malattia e viceversa.

L’assunzione fondamentale del modello bio-psico-sociale è che ogni condizione di salute o di malattia sia la conseguenza dell’interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali (Engels, 1977, 1980; Scwartz, 1982).sistemi-sociali

Sottolineando ancor di più quanto questo scambio sia fondamentale per il benessere dell’individuo, è interessante una definizione di Perls, massimo esponente della psicologia della Gestalt:

“ Lo stato di salute si caratterizza attraverso un processo permanente di omeostasi interna( conservazione degli equilibri biochimici e vitali) e di adattamento esterno alle condizioni, ininterrottamente fluttuanti, dell’ambiente sia fisico che sociale”.

Nell’ottica gestaltica, dunque, l’uomo per sua natura vive e ricerca il benessere in una situazione di scambio continuo tra i suoi bisogni e l’adattamento creativo all’ambiente per soddisfarli.

L’individuo sano identifica senza sforzo il bisogno dominante del momento, sa operare delle scelte per soddisfarlo e si trova così disponibile al momento in cui emerge un altro bisogno.

Egli è dunque sotto l’effetto di “ un flusso permanente di informazioni e successive dissoluzioni di Gestalt”, dove Gestalt sta per ciclo della gratificazione dei bisogni o ciclo di contatto.

Ne consegue dunque che la situazione di malessere nasce dalla mancata risoluzione delle gestalt, vale a dire dallo squilibrio tra i bisogni interni e il mondo esterno, da un adattamento creativo del comportamento all’ambiente non ottimale.

La concettualizzazione del modello muove dalla consapevolezza di diversi punti di debolezza del modello biomedico. Innanzitutto la difficoltà di comprendere le relazioni causali tra condizioni somatiche e malattia.

In molte condizioni epidemiologicamente rilevanti, ad esempio, l’esposizione ad un agente contagioso conduce solo in una percentuale di casi, e non nella totalità, allo sviluppo della malattia.

Il modello biomedico ignora i fattori sociali e psicologici che possono mudulare l’efficacia della risposta del soggetto.

Infine esso ignora completamente l’importanza della relazione tra medico e paziente nei processi di diagnosi e terapia come fattori che invece influenzano fortemente gli esiti terapeutici.

Un’implicazione importante del modello bio-psico-sociale è l’esplicito riferimento al  concetto di sistema, inteso come un’entità dinamica in cui le componenti sono in continua e reciproca interazione, in modo da formare una unità o un tutto organico.

La comprensione dei processi di salute e di malattia chiedono anche di essere contestualizzati secondo una prospettiva temporale che abbracci tutto l’arco vitale.

Infatti: i livelli di organizzazione coinvolti nel sistema bio-psico-sociale sono dipendenti  dai cambiamenti che caratterizzano lo sviluppo. La rappresentazione della salute e della malattia cambia fortemente nel corso della vita, così come cambiano i processi biologici di base, le dinamiche emotive, cognitive e di personalità, le norme sociali e le aspettative, le attività e il livello di partecipazione alla vita di relazione.

“La salute non è un sentirsi, ma un esserci, un essere nel mondo, un essere insieme ad altri uomini ed essere occupati attivamente e positivamente dai compiti particolari della vita” (H.G. Gadamer)

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