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La nuova frontiera dei disturbi alimentari

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Purtroppo oggi sempre più spesso i disturbi alimentari travalicano il tradizionale confine di genere, colpendo entrambi i sessi. Dieci anni fa gli uomini che soffrivano di questo tipo di disturbi erano l’ 1% , oggi sono il 10%. Gli uomini sono difficili da intercettare perché si vergognano della malattia e tendono a mascherarla più delle donne. Spesso neanche i medici di base o i pediatri la riconoscono, sia perché nei maschi non se l’aspettano, sia perché, oltre alle forme classiche come anoressia e bulimia, il problema può assumere vesti inusuali come l’ossessione non per la magrezza, ma per la massa muscolare che appare sempre troppo flaccida. Oltre poi all’estensione del disturbo al genere maschile, si nota negli ultimi tempi anche una concentrazione del problema a fasce di età inusuali, quindi non solo al periodo dell’ adolescenza, ma anche alla primissima infanzia e all’ età adulta.

Sempre più spesso ci troviamo a sentire di bambini che si ostinano , ad esempio, a mangiare solo cose di un certo tipo (solo cose bianche, o solo cose comprate in un determinato negozio); o si ostinano a non mangiare per niente, ma potremmo enumerare tante altre manifestazioni ancora. Non tutte queste manifestazioni però possono essere spiegate nello stesso modo; comportamenti simili infatti possono nascere da esperienze diverse. Alcune di esse possono nascondere una problematica fisica quale la difficoltà di gestione del cibo che si mette in bocca, dovuta ad una debolezza della muscolatura boccale; altre possono nascere da un trauma quale può essere stato un fastidio intestinale che ha portato il bambino a vomitare, questo lo ha spaventato ed ora è portato a non mangiare dalla paura che possa succedere ancora; possiamo inoltre essere di fronte ad un disturbo alimentare o ancora, possiamo trovarci davanti ad un capriccio. Molte di queste condizioni sono transitorie e non necessitano di un intervento medico .

Ma come distinguiamo un capriccio o una difficoltà temporanea da una situazione per cui c’è da preoccuparsi?
Ci sono poche indicazioni basate su prove solide per stabilire che cosa costituisca una difficoltà clinicamente significativa o per distinguere problemi destinati a risolversi da soli da quelli più seri. Per quanto riguarda i capricci, li abbiamo fatti tutti, ma c’è da allarmarsi quando alcuni comportamenti si cronicizzano, come quando il bambino prosegue con ostinazione in una restrizione molto ferrea, che va oltre il banale rifiuto di alcuni cibi, e soprattutto se reagisce con crisi d’ansia agli alimenti non graditi; e naturalmente se la restrizione interferisce con la crescita. Di solito i disturbi selettivi dell’alimentazione sono accompagnati da ansia diffusa, il bambino dorme poco e fa la pipi a letto.

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