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Vincere la paura di volare

Vincere la paura di volare per alcuni il solo pensiero di salire su una aereo è fonte di ansia intollerabile, tanto da costringerli a rinunciare a viaggi e opportunità di lavoro. Ma la paura di volare si può combattere con successo.

Gli stimoli fobici possono essere molteplici: elementi naturali come l’altitudine o le tempeste, la vista del sangue o degli aghi, procedure mediche, rumori, persone in maschera. Si può dunque affermare che gli stimoli responsabili di una reazione fobica possono essere molto diversi tra loro.

Nella persone predisposte allo sviluppo di fobie si riscontra più di frequente una storia infantile in cui veniva inibita dai genitori l’esplorazione autonoma del mondo, vissuto come minaccioso per l’integrità fisica del bambino, percepito come debole e bisognoso di protezione. In questi casi la necessità di conoscere il mondo entra in conflitto con il bisogno di protezione. I genitori sono solitamente ansiosi, controllanti e iperprotettivi; talvolta piangono o minacciano di abbandonare il bambino in risposta alle sue iniziative autonome; tendono a manifestare preoccupazione più che amore, e sono focalizzati sulle cure fisiche e sul timore di malattie mortali, cosa che accresce l’attenzione dei pazienti fobici alle loro sensazioni corporee.

Il disagio conseguente alle fobie non si esaurisce nelle limitazioni coscienti che esse impongono ai pazienti: molte decisioni importanti possono essere influenzate da queste paure inconsce.

Ma come si può affrontare praticamente la paura del volo?

Sicuramente attraverso una terapia psicologica mirata; nel caso specifico della paura di volare e nelle fobie in generale, l’approccio più usato ed efficace è l’esposizione graduale della persona fobica allo stimolo scatenante. Si tratta di una classica tecnica terapeutica comportamentale, che aiuta il paziente a familiarizzare progressivamente con l’oggetto della sua fobia in una situazione immaginaria aumentando la sua sicurezza e la sua capacità di correre un rischio controllato. Attualmente i terapeuti possono avvalersi anche di simulazioni al computer, le quali offrono il vantaggio di poter essere gestite facilmente all’interno dello studio del terapeuta e possono avere un effetto molto più rassicurante per i pazienti. Inoltre, la realtà virtuale accorcia e facilita il percorso della terapia perchè supplisce anche all’eventuale mancanza di immaginazione di quei pazienti che non riescono a “vedersi” con la fantasia nella situazione temuta. Per lo stesso motivo ha particolare efficacia con i pazienti anziani.

Le sensazioni che le persone con fobia del volo riferiscono più spesso sono il disagio per non poter controllare ciò che succede e l’ansia legata al sentirsi intrappolati, coerentemente con i temi dominanti nella struttura di personalità delle persone predisposte allo sviluppo di fobie: la necessità di controllo e la sensazione di costrizione, legate ad esperienze infantili di accudimento ansioso. Anche l’aumentata attenzione agli stimoli viscerali, tipica dei pazienti fobici, ha un ruolo di primo piano nel disagio in aereo: in soggetti che hanno paura di volare infatti, si riscontra una sensibilità maggiore della norma ai segnali di difficoltà respiratoria. Inoltre, i pazienti predisposti alle fobie tendono a distrarsi con difficoltà dagli stimoli corporei, ad allarmarsi facilmente in risposta alle sensazioni fisiche e a polarizzarsi su di esse, non mettendole in relazione con stati emotivi.

Molte persone con fobia del volo riferiscono di avere avuto per anni un disagio o una paura che, con il tempo, è peggiorata fino a diventare insuperabile. In questi casi, come accade spesso nei disturbi fobici, si instaura “una paura della paura”, a causa della quale i pazienti, più che temere realmente l’eventualità che si verifichi un incidente aereo, non osano esporsi alla situazione fobica perchè pensano di non poterla sopportare. Un trattamento psicologico tempestivo può impedire la cronicizzazione dell’ansia e di una fobia che, pur non essendo grave da un punto di vista psichiatrico, può precludere piacevoli esperienze di viaggio ed interessanti opportunità lavorative ed esistenziali.