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Psicologia e Sport

Il connubio tra psicologia e sport nasce in primo luogo dall’assunto fondamentale per cui il benessere fisico si riflette sul benessere psicologico ed emotivo dell’individuo. Già da tempo ormai non si può prescindere da una concezione olistica olistica dell’uomo, fondata sull’unitarietà mente-corpo. Ma oltre a questo effetto indiretto, in che modo lo sport ci aiuta a stare meglio psicologicamente?

La psicologia della salute e la psicologia dello sport, da tempo conducono studi allo scopo di rispondere a questa domanda, vediamo quali sono le risposte fino ad ora raggiunte. La maggior parte degli studi condotti ha messo in evidenza gli effetti positivi sul tono dell’umore, effetti che si manifestano sia immediatamente dopo una singola sessione di esercizio, sia, ovviamente in misura maggiore, a lungo termine dopo sessioni continuative di attività. Si sta studiando cosa determina questi effetti: è immediato pensare alla possibilità di svago, alla distrazione dai propri problemi, al miglioramento dell’immagine di sé e dell’autostima, al piacere di praticare in gruppo, così come, da un punto di vista neurofisiologico, all’aumento di determinati neurotrasmettitori.

Un altro aspetto messo in luce negli ultimi anni riguarda gli effetti dell’attività fisica sull’ansia. La letteratura suggerisce, infatti, un effetto generale di riduzione dell’ansia in un arco di valori che va da lieve a moderato. Addirittura è stato osservato che specifici programmi di allenamento contribuiscono a migliorare sia l’ansia di stato, e cioè l’ansia che un individuo prova in un preciso momento, quindi una sensazione di ansia circoscritta ad una particolare situazione, sia l’ansia di tratto, cioè la disposizione interna dell’individuo a reagire in modo ansioso ad una varietà di situazioni. Tuttavia l’ansia di tratto in particolar modo, sembra notevolmente ridursi con la pratica dell’esercizio fisico. Ciò fa dedurre quindi, quanto attività del genere ci insegnino proprio a modulare la reazione ansiosa alle varie situazioni, prima vissute in maniera ansiogena, e non ci calmi solo temporaneamente dopo un allenamento, come invece succede se pratichiamo qualunque altro compito di distrazione cognitiva. Sebbene dunque stiamo parlando di un argomento molto complesso, si può comunque affermare che già tre o quattro mesi di pratica sportiva, sono in grado di migliorare l’ansia.

In soggetti non affetti da ansia è stata verificata la relazione positiva tra attività fisico e benessere psicologico anche quando la si pratica moderatamente. In queste persone l’effetto maggiore sulle emozioni e sull’umore è da ricondursi a fattori soprattutto psicosociali: la possibilità di far parte di un clima di gruppo accettante e non agonistico, l’attività focalizzata su obiettivi quali il miglioramento personale o la padronanza del compito piuttosto che sulla competizione, lo sport praticato in maniera allegra, regolare e ad intensità moderata.

Anche l’autostima ha una sua importanza non trascurabile; oltre ad essere un indicatore di benessere psicologico, è significativamente correlata anche ad una migliore salute fisica. Pertanto il praticare sport migliorando la salute, ha effetti significativi anche sull’autostima.

In ultimo, non in ordine di importanza, lo sport risulta essere un mezzo per scoprire risorse e limiti di noi stessi, per imparare a padroneggiare con una certa confidenza le proprie capacità mentali, emotive e motivazionali, consentendo a ciascuno di muoversi con sicurezza di fronte ai compiti e alle sfide che ci si accinge a vivere. In questa prospettiva la psicologia applicata allo sport favorisce la crescita dell’individuo/ atleta attraverso il potenziamento delle proprie competenze, la conoscenza ed il superamento dei propri limiti, una efficace comunicazione con se stessi, con il proprio corpo, con tecnici, allenatori, compagni di squadra  ( nello specifico quando parliamo di atleti). Per tutti questi motivi è sempre più presente nelle associazioni sportive la figura dello psicologo, in supporto sia agli allenatori, lavorando sul fenomeno dell’abbandono sportivo, sia ai ragazzi/atleti, essendo loro di sostegno sia nello specifico della prestazione atletica, sia per tutto ciò che riguarda le problematiche legate alla crescita personale e al loro benessere psicologico.