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Lo psicologo in ambulatorio: il benessere psicologico in primo piano.

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Lo psicologo di base, che affianca il medico di famiglia nelle prime cure al paziente, è una figura su cui si concentrano grandi attenzioni e attività, anche se ancora in forma sperimentale.

Spesso chi va dal medico di famiglia non soffre di problemi fisici ma ha bisogni legati alla sofferenza psicologica. Tuttavia il medico di base non è esperto in psicologia e spesso si trova ad interpretare male i segni del disagio o a indicare ai pazienti la necessità di sottoporsi ad analisi cliniche superflue e/o a visite specialistiche che si potrebbero evitare. Eppure la prima linea rappresentata dall’ambulatorio del medico di famiglia si presterebbe bene a fornire un servizio specializzato di ascolto e consulenza sul disagio psicologico, o sul come affrontare i problemi della vita quotidiana. Lo “psicologo di base” è per questo una figura prospettata e agognata nel dibattito pubblico e su cui si concentrano attenzioni e attività, anche se per ora solo in forma sperimentale.

Occorre dire subito infatti, per capirci e stare lontani da possibili equivoci, che al momento “psicologo di base” e “medico di base” si assomigliano solo in termini linguistici, specialmente perché il medico di base è sicuramente un professionista con un ruolo ben definito all’interno del Sistema Sanitario Nazionale.

Ma chi dovrebbe essere “lo psicologo di base”? Uno psicologo che affianchi il medico di base per garantire una cura più attenta alle vere problematiche del paziente. I medici fanno fatica ad occuparsi dei pazienti in tutte le sfaccettature dei loro problemi; per esempio faticano a riconoscere il disagio che si esprime in forma somatica, con sintomi fisici, ma che è dovuto a cause di origine psicologica o sociale. Del resto non dimentichiamo che la Stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ci dice che la salute non è solo l’assenza della malattia, ma uno stato di benessere generale che non trascura né la componente fisica né quella psicologica. E’ proprio sulla base dell’ accertata importanza del fatto che il benessere dell’individuo va messo al primo piano, che da anni varie attività e varie sperimentazioni vengono messe in atto in Italia. Una fra tante è per esempio l’esperienza di Luigi Solano, professore universitario all’università “La Sapienza” di Roma, il quale, qualche anno fa ha avviato un esperimento di collaborazione tra medico di base e psicologo che ha interessato alcune decine di studi medici. In questo caso un gruppo di psicologi era chiamato ad affiancare una volta alla settimana i medici nei loro ambulatori. Lo psicologo non vedeva solo i pazienti selezionati dal medico, ma aveva l’opportunità di interagire con tutti i pazienti, ascoltali e magari intervenire attivamente nel corso della visita. La sperimentazione ha avuto molto successo in quanto la figura del medico e quella dello psicologo si completavano a vicenda per le loro competenze al servizio del benessere del paziente.

Per quanto riguarda poi la nostra regione, la Campania, possiamo sottolineare che si tratta dell’unica regione italiana che ha trasformato l’esigenza di uno psicologo al servizio del benessere, in una legge regionale, approvata dopo una raccolta firme proposta dallOrdine degli Psicologi della Campania, nel 2013. La legge (N° 9 del 3 agosto 2013)  parla di uno “psicologo del territorio”: una figura che intervenga al di fuori dei servizi e degli studi privati per fornire assistenza sul campo, laddove i cittadini possono essere più restii ad individuare e comunicare un problema di tipo psicologico( scuole, famiglia, contesti istituzionali, ambienti giovanili). La legge va sicuramente migliorata ma è comunque un grande passo avanti fatto dalla nostra regione. Ma cosa andrebbe ancora migliorato? In primis la legge contestualizza la figura dello psicologo del territorio nell’ambito sociale e non sanitario: questo significa che va in capo finanziariamente ai comuni e non alle ASL, problema non da poco visto quanto sono notoriamente esigue le casse della maggior parte dei comuni, soprattutto quelli piccoli. Inoltre la normativa non prevede alcun contatto dello psicologo del territorio con il medico di base. Lo psicologo è invece al servizio dei comuni e svolge attività normalmente attribuite al servizio sociale.

Chiudo in ultimo con l’augurio e l’auspicio che la figura dello psicologo divenga sempre più considerata al servizio del benessere, non solo da un punto di vista istituzionale ( nel resto d’Europa lo psicologo di base è una realtà strutturata) ma anche dal punto di vista del pensare comune. Ci sono, infatti, e purtroppo direi, ancora tanti pregiudizi nei confronti dello psicologo, il quale, in alcune fasce della popolazione, è ancora visto come chi si occupa degli aspetti malati della mente, per cui rivolgersi ad un professionista è una sorta di autocertificazione del’avere problemi. A tal proposito vorrei ricordare che si è da poco conclusa la settimana del benessere psicologico ( 9 – 15 novembre), giunta alla VI edizione e promossa dall’Ordine degli Psicologi della Campania. Uno degli scopi di questa iniziativa è proprio questo: combattere i pregiudizi, portare la psicologia al servizio della gente, promuovere il benessere psicologico, quest’ultima che dovrebbe essere prerogativa di tutti, perché prima condizione che pone i singoli individui, e quindi la collettività, sulla buona strada per una vita felice, aiutando a star bene con se stessi e con gli altri.

Puoi guardare anche il video: Il benessere psicologico

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